Uccide la madre sul balcone: l'inaspettata confessione del figlio
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Uccide la madre sul balcone di casa: l’inaspettata confessione del figlio

Scena del crimine nastro polizia

A Brescia, un figlio a processo per l’omicidio della madre di 72 anni a Sirmione: l’inaspettata confessione in Aula.

Si è svolta presso la Corte d’Assise di Brescia l’udienza in cui il figlio accusato dell’omicidio della madre ha parlato per la prima volta davanti ai giudici. L’omicidio risale al 15 settembre 2023 e ha scosso profondamente la cittadina di Sirmione, in provincia di Brescia.

Durante l’udienza, come riportato da Today, l’uomo ha fatto una confessione inaspettata su quanto accaduto. Questo drammatico episodio mette nuovamente in luce come la violenza in famiglia sia purtroppo un fenomeno comune: basti pensare al recente caso dell’uomo che ha ucciso suo fratello.

udienza in Tribunale

Figlio uccide la madre: la dinamica dei fatti

La vittima, una donna di 72 anni, è stata uccisa sul balcone della sua abitazione a Sirmione, dopo essere stata colpita ripetutamente con calci e pugni. L’aggressione si è conclusa con la testa della donna sbattuta violentemente sul pavimento, e l’uomo che sarebbe poi salito con tutto il corpo sul corpo della madre ormai senza vita. A dare l’allarme è stata una vicina, che ha assistito alla scena e ha immediatamente chiamato i soccorsi.

Durante il processo, l’imputato ha raccontato alcuni episodi della propria vita che avrebbero contribuito ad alimentare le tensioni con la madre. Nel 2015 aveva perso il padre, e nel 2018 aveva affrontato un altro dramma familiare con la perdita del figlio che aspettava dalla moglie. La pandemia di Covid ha ulteriormente complicato una situazione già difficile, rendendo ancora più complessa la convivenza con la madre.

Uno degli argomenti di contrasto era legato a un investimento immobiliare in Ucraina, finanziato dall’uomo per una ristrutturazione e fonte di disaccordo con la madre.

La confessione del figlio in Aula

Durante l’udienza, aggiunge Today, l’imputato ha affermato di ricordare solo di aver dato una sberla alla madre e di averla portata fuori sul balcone, prima che i ricordi si facessero confusi e frammentati. Ha dichiarato di non avere memoria dell’aggressione successiva, ma di provare “schifo e vergogna” per quanto accaduto.

L’avvocato difensore ha sottolineato come il suo assistito “ha risposto in modo che a mio parere è credibile. Ma prima ancora che relativamente alla ricostruzione, dai dati portati in aula da un altro testimone, è apparso chiaramente che il movente non è di natura economica“.

La Corte d’Assise ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità dell’imputato di intendere e volere al momento dei fatti, un elemento che potrebbe risultare cruciale per l’esito del processo.

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ultimo aggiornamento: 27 Marzo 2025 13:07

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